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Spettacoli mercoledì 14 giugno 2017 ore 15:17

Tutti pronti per il folk festival

Ad Arcidosso, sull'Amiata, a ritmo di pizzica e tarantelle del sud Italia con il Folk Festival “Il calore della terra”



ARCIDOSSO — Nel comune di Arcidosso, sull’Amiata, il 7, 8 e 9 luglio si ballerà a ritmo di pizzica pizzica e tarantelle del sud Italia, con l’Amiata Folk Festival “Il calore della terra”. 

La rassegna offre tre giorni di laboratori, spettacoli e concerti gratuiti con alcuni tra i massimi esponenti della musica popolare del sud Italia, nello spazio suggestivo del Castello Aldobrandesco e nel Parco del Pero.

La direzione artistica del festival è curata da Tarantarte, associazione che si occupa di promuovere e divulgare lo studio delle danze popolari del Sud Italia e del Mediterraneo. 

"Amiata Folk Festival – afferma tramite un comunicato il sindaco di Arcidosso Jacopo Marini – va ad arricchire il nostro cartellone estivo, che ogni anno cresce sia per la varietà che per la qualità di eventi e spettacoli. Come amministrazione, siamo entusiasti di ospitare una manifestazione che è espressione del patrimonio culturale e identitario del Sud Italia. Saremo felici di accogliere tante persone nel nostro comune per un weekend di balli e divertimento".

"È la prima volta che organizziamo un festival in Toscana – spiega la direzione, tutta al femminile, di TarantArte - spostandoci dalle zone a cui siamo abituate, come la Puglia o l'Emilia Romagna dove hanno sede le nostre scuole. Siamo entusiaste e speriamo di creare un collegamento da nord a sud, che passi per il centro e per le meraviglie della Toscana, attraverso la musica e la danza popolare che è propria di tutta l'Italia".

"Questo è un evento di grande attrazione culturale e turistica – commenta Sergio Chiacchella, direttore di Cosvig – che può dare ancora più visibilità all’Amiata, un territorio ricchissimo di borghi e angoli da scoprire. Ci aspettiamo una grande partecipazione di pubblico, da più parti d’Italia".

Ecco, dunque, il programma delle tre giornate del festival. I laboratori, dalle ore 17 alle 19, sono aperti a tutti e si svolgono al Castello Aldobrandesco, mentre gli spettacoli e concerti si tengono la sera al Parco del Pero.

La prima giornata, venerdì 7 luglio, è dedicata ai “Ritmi di Puglia”: canti e balli, nati in situazioni di feste rituali, questue, serenate e momenti conviviali”.

Si parte con uno stage di “Pizzica pizzica di Ostuni e tarantelle del Gargano” per conoscere i balli nelle loro forme originarie, come sono state trasmesse dai maestri ballatori locali. 

La serata prosegue alle ore 21,30 con il concerto “D’amorë e dë sdegnë – Canti e balli delle Puglie allo stato brado”. Laboratorio e concerto sono condotti da Giovanni Amati, Rosario Nido, Bernardo Bisceglia, Donato Francioso e Giuseppe Tagliente, cinque suonatori provenienti dal Gargano e dalla Murgia meridionale, che hanno al loro attivo partecipazioni a festival e iniziative legate alla valorizzazione della musica tradizionale in Italia e all’estero. 

Il loro repertorio conserva un ricco e variegato patrimonio di balli tradizionali tutti intersecati dal filo conduttore della tarantella che tutt'ora persiste e resiste tenacemente nei momenti festivi e conviviali di pastori e contadini: dalla tarantella del Gargano che più a sud diventa pizzica pizzica, alle serenate d'amore, di sdegno, di amicizia e di questua. Balli e canti sono accompagnati dagli strumenti tradizionali: organetti, chitarre battenti, tamburi a cornice e castagnole.

Laseconda giornata, sabato 8 luglio, propone il tema “Dalla tradizione all’innovazione. Danza e musica salentina divengono racconto coreografico, musicale e contemporaneo”.

Il laboratorio “Viaggio tra le tarantelle del Sud Italia” conduce gli allievi in un itinerario danzante che attraversa alcuni importanti luoghi della memoria: il Salento, il promontorio del Gargano, la Campania, l’Irpinia e la provincia di Reggio Calabria. 

Lo stage è condotto dalle insegnanti della scuola di Tarantarte ed è rivolto a tutti coloro che vogliono avvicinarsi al mondo delle danze tradizionali italiane, pur non avendo precedenti studi musicali e di danza. 

Si prosegue, alle ore 21, con “Premesse a Kore”, uno spettacolo di danza che indaga sul fenomeno del tarantismo e della transe e cerca di raccontarlo attraverso il linguaggio coreutico e teatrale contemporaneo, indagando l'espressione rituale di queste antiche danze. 

La Compagnia parte dalla danza di tradizione popolare non per provare la sua esistenza, ma per creare nuovi sincretismi, nuovi incroci tra il repertorio tradizionale e le nuove visioni contemporanee. Si esibiscono le danzatrici della Compagnia Tarantarte - Nuova Danza Popolare diretta da Maristella Martella: Silvia De Ronzo, Manuela Rorro, Laura de Ronzo, Alessandra Ardito, Maristella Martella.

La serata si conclude con il concerto dei “Kalàscima”, una delle più importanti ed innovative band del nuovo panorama della musica world italiana, che porta la musica popolare salentina fuori dal revival e delle ballate nell’aia per proiettarla nella modernità, “rigenerandola” attraverso la tecnologia. 

I Kalàscima, gruppo storico del festival “La notte della Taranta”, presentano sull’Amiata il loro ultimo lavoro “Psychedelic Trance Tarantella”, in cui spicca la collaborazione del maestro Ludovico Einaudi. Il loro è un neofolk urbano che trasforma il tamburo tradizionale in digitale. Il battere del tamburo, collegato a un amplificatore, produce un ritmo travolgente che, per l’occasione, trasformerà la piazza del Teatro in una grande sala da ballo.

La terza e ultima giornata, domenica 9 luglio, è dedicata ai: “Suoni dalla Campania e dalla Calabria. Il rito, la devozione e il canto. La festa che irrompe nell’ordinario”.

Si inizia con uno stage di ballo sul tamburo (tammuriate) “Danza, voce e tamburo: la Campania”. Maria Piscopo ci porta alle pendici del Vesuvio per assaporare e conoscere le magiche movenze del ballo di Cibele, la tammurriata dell’agro-nocerino sarnese, che da secoli accompagna le feste tradizionali in onore della Madre Terra. 

Si continua alle ore 21 con il “Progetto Sanacore – La Campania che canta” con Maria Piscopo e Eustachio Frongillo, a fare da apertura al concerto finale. Il progetto Sanacore si occupa di ricerca e recupero delle tradizioni musicali e coreutiche della Campania. 

Il repertorio comprende tammurriate vesuviane, tarantelle pastorali del cilento, tarantelle (montemaranese) e canti dell'area irpina.

Amiata Folk Festival termina con musiche e danze provenienti dal cuore della Lucania e della Calabria interpretate da “Bassamusica”, formazione composta da Pasquale Rimolo (fisarmonica), Arianna Romanella (voce e percussione) e Manuela Rorro (danza). 

Il concerto dal titolo “Terra lontana – Suoni dalla Lucania e dalla Calabria” riscopre e rielabora il repertorio di canti tramandati di generazione in generazione attraverso il racconto orale, quando la danza e la musica allietavano e segnavano il vivere di tutti i giorni, come in un grande teatro a cielo aperto, con attori e comparse che interpretavano alla perfezione e in modo autentico ognuno il proprio copione. 


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